12 lug 2011

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Dopo la World League si pensa alla moviola in campo

Chi intendesse liquidare le parole del ct azzurro Mauro Berruto con sufficienza, confondendole con le giustificazioni per una sconfitta, commetterebbe un errore imperdonabile. Dopo il 3-0 subito dalla Bulgaria nella partita decisiva per la qualificazione alle semifinali della World League, caratterizzata da una serie di decisioni arbitrali sbagliate, come evidenziato senza tema di smentita dai replay della tv polacca, Berruto ha invitato la pallavolo ad aprire un dibattito. Ad interrogarsi sull’opportunità di adeguarsi ai tempi aprendo le porte alla tecnologia. E sarà bene che questo discorso, fatto per tutelare l'immagine di questo sport, non venga confuso con il "pianto" di chi perde. Se si continua così, è solo la pallavolo la vera sconfitta.

ATTO D’ACCUSA - «La tv in Polonia ci sta offrendo uno show meraviglioso - ha detto Mauro Berruto - la tecnologia talvolta non ha pietà dell'occhio umano. Penso che sia interessante e doveroso valutare se è giunto il momento di usare la tecnologia, come il tennis, per dare un aiuto a questi uomini. Dobbiamo aiutarci oppure no? La pallavolo è la nostra professione. Noi viviamo di questo. Se io faccio errori e la mia squadra perde, io pago. Magari perdo la panchina. Questo dovrebbe valere anche per gli arbitri: chi sbaglia dovrebbe poi in qualche modo avere delle conseguenze. Ma non mi pare che ciò avvenga».

STOYTCHEV - Anche Stoytchev, il ct della Bulgaria che con l’Itas Trento ha vinto scudetti, Champions League e Mondiali di club, si è schierato già al fianco del ct italiano. «Sono d’accordo con Mauro. La tecnologia mi sta bene. Quando le partite arrivano a decidersi per un punto o due, e nel volley di alto livello ormai capita molto spesso, si dovrebbe usare per ridurre le possibilità di errori. Lavoriamo tutti duramente per vincere, non semplicemente per partecipare».

ESPERIMENTO - Il capitano bulgaro Nikolov, sempre in conferenza stampa, ha portato ad esempio proprio la Polonia: «Durante le finali di club dieci volte i giocatori hanno chiesto l’intervento del ralenty e si è visto che dieci volte gli arbitri avevano preso la decisione sbagliata».

In effetti questa World League verrà ricordata per l’eccezionale qualità delle riprese della tv polacca e dei suoi spettacolari ralenty. Una specie di rapidissimo super moviolone che praticamente in tempo reale ha garantito con assoluta certezza la soluzione di ogni episodio dubbio: palla dentro, palla fuori, tocchi a muro. Coniugando spettacolo e tecnica la tv da un lato ha mostrato espressioni curiose dei protagonisti, dall’altro ha ridicolizzato (ovviamente involontariamente, con la forza delle immagini e della verità) una classe arbitrale dimostratasi una volta di più inadeguata.

VELOCITÀ - A parziale giustificazione dei direttori di gara (e dei giudici di linea...) bisogna ricordare che a certi livelli la palla viaggia a velocità elevatissima, spesso oltre i 120, 130 km orari. Insomma, non è facile per l’occhio umano vedere tocchi magari lievi a muro, o l’esatto punto di atterraggio di battute e schiacciate. Il problema non nasce certo oggi, tanto è vero che da qualche tempo la Lega italiana ha affrontato la tematica, cercando una soluzione con la “talpa”, un sistema di rilevamento tramite sensori collocati lungo il perimetro del campo. L’arbitro dal suo seggiolone, vedeva accendersi una luce rossa ed era aiutato nelle sue decisioni. L’esperienza ha però dimostrato che la “talpa” non su tutti i campi garantiva affidabilità, risentendo di vari condizionamenti dovuti a fattori ambientali.

LA FIVB - Insomma, almeno in occasione delle manifestazioni più importanti (ed i prossimi Mondiali, nel 2014, si svolgeranno proprio in Polonia) la Fivb dovrebbe seriamente porsi il problema. In fondo la soluzione è semplice e fattibile. Tennis, basket e rugby hanno da tempo abbracciato il supporto tecnologico. Ma la Fivb, dove regnano altre logiche, avrà almeno l’umiltà di porsi il problema?

fonte: Corriere dello Sport

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