Fino alla fine del 1994 nella pallavolo non era possibile il contatto tra il pallone e una qualsiasi parte del corpo. Da gennaio del 1995 la regola cambiò e, tra le tante novità (come quella di eliminare il fallo di doppia e/o trattenuta sul primo dei tre tocchi) fu inserita anche quella - per i tempi clamorosa - di colpire la palla con i piedi.
All'inizio restii, pian piano anche i giocatori si abituarono alle innovazioni e ora i tocchi di piede sono sempre più frequenti, complice anche il fatto che alcuni dei pallavolisti hanno i cosiddetti "piedi buoni", che si affinano anche con gli allenamenti: diversi allenatori, infatti, a volte fanno giocare le squadre a calcetto durante il riscaldamento.
Il più delle volte i tocchi di piede sono la cosiddetta ultima spiaggia: tentare di calciare un pallone, soprattutto se con forza, nella pallavolo può essere abbastanza pericoloso, perché si corre il rischio di colpire un compagno che si è tuffato a sua volta nel tentativo di non concedere il punto. Dato lo spazio ristretto (81 mq di campo per ogni squadra) il contatto tra compagni non è così infrequente.
A volte, però, non si può farne a meno, o quantomeno ci si prova. E capita anche che la fortuna (o la sensibilità dei piedi) dia una mano.
E' quello che è accaduto nell'ultima giornata del campionato di Serie A1 maschile a Cristian Savani, schiacciatore di Macerata e della Nazionale, nella sfida contro Trento.
Un "colpo di tacco della disperazione"...
Guardate il video!
fonte: Eurosport
19 nov 2010
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