29 set 2012

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La Supercoppa (della vita) di Giacomo Sintini

L’attesa è terminata: qual è il momento che più aspetta di rivivere?

"L’ingresso in campo. No, non parlo del fischio d’inizio: già l’idea di toccare la palla durante il riscaldamento mi riempie di entusiasmo. Insieme alla presentazione delle squadre: allora mi renderò davvero conto di dove sono e di essermi lasciato tutto alle spalle".

Sono grosse le spalle di Giacomo "Jack" Sintini. Grosse come le mani che ne hanno fatto uno dei più grandi palleggiatori del mondo. Grosse come il cuore che domani batterà forte come alla prima partita dells sua vita, se non di più. Di sicuro più grandi di quel cancro al sistema linfatico che potevano costargli molto più di una scintillante ed avviata carriera. Cadere nella retorica in momenti come questi è facile, ma solo lui sa cos'ha passato per un anno, dalla diagnosi della malattia alla concessione della idoneità agonistica che domani lo porterà di nuovo in campo per la prima gara ufficiale della stagione, la finale di Supercoppa tra tra Itas Diatec Trentino e Lube Banca Marche Macerata.

Un rientro migliore non avrebbe potuto immaginarselo, dica la verità.

Proprio così: subito un big match tra due squadre fortissime e, in più, un trofeo in palio. Come se non bastasse questo a caricarmi ed emozionarmi, l’avversario sarà Macerata, con cui ho vinto il mio unico scudetto, nel 2006. E l’incontro si svolgerà a Modena.

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