18 giu 2011

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Caso Battisti: arance contro la squadra brasiliana di beach volley


L'eco del caso Battisti arriva fino ai campionati del mondo di beach volley, in corso a Roma: come riporta la stampa brasiliana, i giocatori carioca Alison ed Emanuel ieri sera sono finiti nel mirino di un gruppo di tifosi italiani, che hanno lanciato arance contro i due in segno di protesta proprio per la liberazione dell'ex terrorista rosso. "Alison ed Emanuel sono stati sorpresi da un insolito problema durante il 'mundial', a causa della protesta di 'torcedores' italiani, mentre il Brasile stava giocando una partita contro i danesi Soderberg e Hoyer", scrivono i media locali. "L'ira" dei tifosi si è manifestata poco prima del confronto tra le due squadre, afferma per esempio sportv.com, mentre il portale uom titola la notizia con il commento "pioggia di arance contro i due giocatori brasiliani".


LA RIVENDICAZIONE. A rivendicare la forma di protesta attraverso il proprio sito internet è stato il movimento Roma Europa sociale che, attraverso il responsabile Andrea Roncella, ha spiegato con una nota i motivi che hanno spinto al blitz: "Abbiamo interrotto la partita Brasile-Danimarca lanciando decine di arance dagli spalti sul rettangolo di gioco, come segno di protesta contro la decisione del supremo tribunale federale del Brasile di consegnare alla libertà Cesare Battisti, con la speranza che gli atleti brasiliani le portino nelle mani del terrorista italiano". Il lancio delle arance è stato accompagnato dallo sventolio dei tricolori e da uno striscione con scritto "Chi aiuta un criminale è complice", e dai cori "Vergogna, vergogna" e "Battisti è un criminale". Nulla da registrare invece nella giornata odierna in cui a calcare la sabbia del parco del Foro Italico di Roma senza subire alcun tipo di contestazione sono state ben otto coppie brasiliane, quattro maschili (tra cui proprio quella formata da Emanuel ed Alison) e altrettante femminili. L'episodio di ieri è quindi considerato dagli organizzatori come assolutamente marginale.

fonte: TG1.rai.it

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